La progettazione come competenza strategica per il no profit
"progettare" e "proiettare" nascono entrambi dal latino proiecere, "gettare avanti" ma ciò che si "proietta" è un desiderio intenzionato a modificare l'immagine di sé, dell'altro e del proprio rapporto con l'altro. Mentre ciò che si "progetta" è una domanda che mira a modificare il mondo, insieme con l'altro.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare i percorsi che ci avviamo a condividere non hanno a che fare principalmente con l’esigenza di acquisire competenze tecniche o ad intercettare e reperire risorse. Partono dalla motivazione stessa per cui esistono le Acli: operare “per la promozione dei lavoratori, per una società in cui sia assicurato secondo democrazia e giustizia, lo sviluppo integrale di ogni persona”, “per costruire una nuova qualità del lavoro e del vivere civile”, “per favorire la crescita e l'aggregazione dei diversi soggetti sociali e delle famiglie, attraverso la formazione, l'azione sociale, la promozione di servizi, imprese a finalità sociale e realtà associative”.
Cercano quindi di contribuire a costruire le condizioni e le modalità perché le Acli (intese come intero Sistema Acli) possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi che il Paese (e l’Europa) si danno (75% di persone con un lavoro; 3% del PIL investito in R&S; tasso di abbandono scolastico inferiore al 10%; 20 milioni di persone in meno a rischio di povertà...) portando un apporto originale3 al conseguimento di finalità sociali, civili, culturali, di ricerca etica e spirituale.
I percorsi si collocano sotto il titolo di “La progettazione come competenza strategica del no profit”, sono finanziati attraverso la legge 383/2000 ed intendono rispondere al bisogno di affinare strategicamente una modalità nuova di progettare (inteso nel senso ampio di ideare, scrivere, gestire, monitorare, organizzare, valutare e rendicontare) che si basi su:
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concentrazione di una quota di risorse (umane ed economiche) su un numero ristretto di priorità fondamentali democraticamente definite per un periodo stabilito
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costruzione di un nuovo tipo di dialogo strategico tra livello nazionale e locale, tra associazione ed impresa, tra livello politico e tecnico (per mobilitare le conoscenze, promuovere dibattito politico finalizzato a definire le priorità fondamentali, co-costruire e sperimentare modelli di funzionamento progettuale)
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spostamento da semplice realizzazione di attività a raggiungimento di obiettivi (misurabili e comunicabili)
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migliore conoscenza delle linee di indirizzo e di programmazione dai diversi livelli ed ambiti istituzionali del Paese
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costruzione di partnariati non occasionali, frutto di legami stabili tra soggetti, temi, territori.
LE MODALITA’ DI LAVORO
Nella ristrettezza delle risorse e dei tempi, nella consapevolezza che molti di questi temi necessitano di essere affrontati in altri contesti, si è definito di organizzare il lavoro (da qui al 18 settembre 2014) attraverso alcune modalità di lavoro in 4 differenti percorsi.
Il lavoro parte da:
- la condivisione con la Presidenza Nazionale, con i livelli Regionali che si sono resi disponibili (Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Campania), con il coordinamento delle Associazioni Specifiche di una prima analisi della progettazione Acli degli ultimi 4 anni.
- La definizione e sperimentazione di nuove modalità di gestione dei fondi 5 per mille (anche attraverso l’introduzione di una piattaforma online).
- Due incontri (centro nord e centro sud) con i presidenti regionali finalizzati alla condivisione dell’esperienza, dell’analisi e alla costruzione della proposta.
- Individuazione del Sistema Acli come soggetto collettivo di riferimento.
- Individuazione del livello provinciale Acli come soggetto principale di gestione delle attività progettuali (non perché queste si svolgano nella sede provinciale ma perché di volta in volta siano coinvolti differenti strutture di base quali luoghi di incontro, formazione, volontariato ed azione sociale)
- Individuazione del livello regionale Acli (pur nella consapevolezza della debolezza e della scarsa definizione di ruolo attualmente presente) come interlocutore privilegiato del livello nazionale in quanto soggetto di governo regionale (che comprende anche l’indirizzo programmatico e il coordinamento delle strutture provinciali e di tutte le attività da esse promosse) e possibile soggetto compartecipe all’esercizio di indirizzo politico-progettuale e governo del Movimento nel suo insieme affidato al livello nazionale.
Introduce alcuni strumenti:
- Utilizzo, a fianco di incontri in presenza, anche del del sistema gotowebinar come strumento di lavoro a distanza in grado di consentire riunioni, momenti formativi e/o di scambio tra persone geograficamente distanti riducendo i costi e i tempi necessari alle trasferte. Il sistema è a disposizione anche per riunioni e momenti formativi organizzati da altri soggetti di sistema o livelli territori.
- Introduzione di una piattaforma online (che sarà attivata a breve) come luogo di archiviazione condivisa di documenti e materiali suddivisa in parti disponibili a tutti e parti riservate ai differenti percorsi e/o ruoli.
Si concluderà con:
- una valutazione partecipata di quanto realizzato
- una restituzione finale agli organi (Presidenza Nazionale Acli, Presidenti Regionali, Coordinamento Associazioni Specifiche) anche nella consapevolezza che il processo che si avvia non potrà terminare con il terminare del progetto finanziato e che sarà necessario valutare e comprendere come portare avanti le fasi successive
IN CONCLUSIONE
In questo tempo di prossime elezioni amministrative ed europee mi piace concludere citando il carteggio tra Einstein e Freud al tempo della Società delle Nazioni. Einstein domanda a Freud come si fa a evitare la guerra fra le nazioni. Freud risponde che bisogna che il sentimento di identificazione che oggi c'è dentro la nazione divenga anche un'identificazione a cavallo dei confini nazionali. Identificazione significa identificarsi in una stessa finalità. La progettazione non può che inserirsi in una programmazione con sguardo europeo ma rivolta ai luoghi. Riconoscendo che non si compie alcuna politica di reale sviluppo se non si estrae la capacità e la competenza dei cittadini dai territori. Estrarre le competenze può essere un lavoro complesso. Ma non c’è alternativa. Al tempo stesso, non c’è reale politica di sviluppo se il soggetto che eroga i soldi non subordina il trasferimento a priorità predefinite e chiare, alla fissazione di obiettivi quantitativi e a impegni istituzionali precisi. 6Mi pare una prospettiva utile anche al nostro cammino.
Ciao Paola,
grazie per il documento, che ho letto con attenzione e rispetto al quale vorrei subito inviarti un primo suggerimento, rispetto al punto "APPROFONDIMENTI ED OPPORTUNITÀ'".
Mi pare una buona idea quella di offrire un servizio specifico su alcune opportunità, rispetto alle quali si intende lavorare per partecipare a livello progettuale.
Adotterei questo percorso:
Focalizzare l'attenzione sui bandi che possano coinvolgere tutto il territorio nazionale (e non solo alcune regioni)
Individuazione dei bandi che possono essere "utilizzati" dal sistema (da parte del gruppo di lavoro nazionale) e relative segnalazioni alle sedi territoriali
Approfondire attraverso due percorsi: uno con obiettivi tematici (ad esempio: disabilità, giovani, energia, ecc.), rispetto ai quali ci sono esperienze e competenze specifiche a livello territoriale; l'altro invece di tipo trasversale
Per quest'anno, farei uno sforzo maggiore per comprendere la nuova programmazione 2014-2020, cercando di fornire un quadro sulle linee che l'UE ha adottato per il prossimo settennio, a partire da Erasmus + e Horizon 2020.
Evidenzierei un'attenzione futura al tema dei rifugiati, (che sempre più ci sta coinvolgendo a livello cittadino), in preparazione dell' Asylum and Migration Fund
Mi pare interessante, inoltre, il capitolo "LABORATORIO DI IDEE ED ESPERIENZE", rispetto al quale potrebbero esserci molte opportunità di condivisione e di replicabilità, ma che, immagino, dovrà fare i conti con le eventuali "gelosie".
Particolare attenzione dovrà essere dedicata alla piattaforma: esperienze precedenti o in corso hanno evidenziato una difficoltà di utilizzo, sia per intasamento di informazioni che per una non adeguata selezione delle stesse informazioni da inserire.
Per ora è tutto.
Carmelina (ACLI Piemonte)